V. 3 N. 1 (2023)
Diritti antichi

Deformità o illegittimità? Alcune considerazioni sul νόμος licurgico relativo all’ἀγεννὲς καὶ ἄμορφον (Plut. Lyc. 16.1-2)

Laura Pepe
Professore Associato, Dipartimento di Diritto privato e storia del diritto, Università degli Studi di Milano
Specula cop

Pubblicato 11-10-2023

Parole chiave

  • Sparta, Licurgo, Plutarco, filiazione, deformità

Come citare

Pepe, L. (2023). Deformità o illegittimità? Alcune considerazioni sul νόμος licurgico relativo all’ἀγεννὲς καὶ ἄμορφον (Plut. Lyc. 16.1-2) . Specula Iuris, 3(1), 7–30. https://doi.org/10.30682/specula0301a

Abstract

In un noto e problematico passo della Vita di Licurgo, Plutarco riporta la notizia per cui, a Sparta, erano gli anziani della tribù (e non già il padre, come di regola capitava altrove) a decidere delle sorti dei neonati, e a decretare la morte (non e chiaro se in modo diretto, per precipitazione, ovvero indiretto, per esposizione) degli infanti deformi. La dottrina moderna ha a lungo discusso circa l’attendibilità della notizia (non testimoniata da alcun altro autore antico), e sul suo effettivo contenuto. In un riesame complessivo del passo plutarcheo, e in un’analisi di alcuni dei suoi elementi lessicali e strutturali, questo contributo si propone di dimostrare che oggetto dello scrutinio dei πρεσβύτατοι erano non già infanti, ma più verosimilmente i bambini (παιδάρια, dice Plutarco) che si apprestavano a iniziare la ἀγωγή, e che il principale elemento che determinava un giudizio di rigetto era la legittimità di filiazione (significata nel passo plutarcheo dalla coppia aggettivale ἀγεννὲς καὶ ἄμορφον).